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Paradise Lost, un titolo che poteva fare di più

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Paradise Lost è il nuovo titolo sviluppato da PolyAmorous e distribuito da All In! Games, disponibile in tutti gli store online dal 24 Marzo 2021.
Szymon è un ragazzo che ha perso tutto, sua madre se n'è andata davanti ai suoi occhi lasciandolo con un enorme quesito a cui serve una risposta, le sue ultime parole sono state infatti "ti ho portato via da lui, spero tu possa perdonarmi".
Così raggiunge uno dei Bunker segreti usati dai Nazisti dopo il grande conflitto per continuare a dominare su quelle terre, attraverserà le enormi gallerie collegate direttamente al misterioso Projekt Riese e scoprirà finalmente la verità, su chi è veramente...

Ambientato in una Polonia alternativa alla fine degli anni '60 dove i Tedeschi hanno vinto la guerra utilizzando la forza atomica, Paradise Lost si presenta come una storia commovente, piena di colpi di scena e di delicatezza, che tocca temi importanti e delicati cercando di osare dove possibile e non esagerare dove è facile sbagliare.

Le premesse ci sono tutte, poteva veramente trattarsi di un buon titolo single player incentrato sulla narrazione e sulla risoluzione di enigmi, ma il team Polacco si è incentrato esclusivamente sulla prima parte rilasciando un titolo che tecnicamente parlando lascia molto a desiderare.
Anche sul lato della narrazione, per quanto si tocchino temi importanti e delicati, si finisce ad incappare nella banalità, con svolte di trama già ipotizzate da inizio titolo e con reazioni umane (da parte del nostro protagonista) alquanto forzate o non del tutto giustificate.

L'esplorazione dei Bunker segreti sarebbe stato il piatto forte del titolo, davanti a noi ci si presenta una struttura immensa, divisa a più piani, ormai in decadenza, con problemi di infiltrazione, muschio e chi più ne ha più ne metta - in classico stile Atom-Punk - comunque il tutto ancora in funzione e manovrabile. Le speranze di un qualche free-roaming però vengono smorzate sul nascere, infatti il nostro personaggio, estremamente lento nei movimenti, deve seguire rigorosamente una strada ben delineata, quel poco di esplorazione che il titolo offre serve solo a trovare e completare piccoli incarichi secondari che trovano la loro soluzione a meno di un metro di distanza - come il "Pulisci il vetrino della telecamera" o "Trova i due pezzi mancanti".

Anche sulla ricerca dei collezionabili la cosa si fa problematica, infatti il titolo non offre nessuna "caccia all'uovo", le varie documentazioni trovate in giro vanno a completare una lore che già di suo si racconta tranquillamente ma che comunque non tiene traccia di sè, infatti la totale mancanza di un "Diario" o di un "Inventario" che ci possa aiutare a mantenere un filo narrativo si fa sentire immediatamente.

Insomma, possiamo dire che questo titolo nasce con buone potenzialità, ma durante le sue quatto ore scarse non vengono sfruttate minimamente:
Le ambientazioni, la verticalizzazione della struttura Nazista segreta e la trama pregna di mistero (e di buchi... purtroppo) permettevano lo sviluppo di un Puzzle Game esplorativo, emotivo e Intrigante, peccato abbiano rilasciato un qualcosa di molto più vicino ad un Walking Simulator dove l'unica direzione possibile è "avanti";
bella l'idea di utilizzare le 5 fasi dell'accettazione del lutto (Negazione, Rabbia, Negoziazione, Sofferenza e Accettazione) come nome per i vari capitoli e buona anche la scelta di un personaggio androgino e poco identificabile come protagonista.

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